Istituzionali

Sono cinque i temi sui quali chiediamo l’impegno dei candidati sindaci

La prima domanda che rivolgiamo ai candidati sindaci della nostra provincia è:

  • come si può ripensare il governo del nostro territorio per preservarne l’identità imprenditoriale e turistica?

A questa se ne aggiungono, inevitabilmente, altre:

Nuovo Codice Appalti: le principali misure di interesse per le piccole imprese

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Decreto Legislativo 18 aprile 2016 n.50 è entrata in vigore il 19 aprile u.s. la nuova disciplina che riforma il Codice dei contratti pubblici e recepisce le Direttive europee in materia di appalti e concessioni. 

Il lavoro di sensibilizzazione svolto da ANAEPA e Confartigianato Nazionale ha consentito di favorire la partecipazione delle micro e piccole imprese agli appalti pubblici, come di seguito riportato. Tra le misure più significative di interesse per le piccole imprese, segnaliamo le seguenti: 

Suddivisione in lotti sia prestazionali che funzionali (art.51, comma 1) 

Al fine di favorire l'accesso delle microimprese, piccole e medie imprese, le stazioni appaltanti suddividono gli appalti in lotti funzionali ovvero in lotti prestazionali in conformità alle categorie o specializzazioni. Le stazioni appaltanti motivano la mancata suddivisione dell'appalto in lotti nel bando di gara o nella lettera di invito e nella relazione unica. Nel caso di suddivisione in lotti, il relativo valore deve essere adeguato in modo da garantire l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle microimprese, piccole e medie imprese. E’ fatto divieto alle stazioni appaltanti di aggiudicare tramite l’aggregazione artificiosa degli appalti. 

Pagamento diretto dei subappaltatori (art.105, comma 13) 

La stazione appaltante corrisponde direttamente al subappaltatore, l'importo dovuto per le prestazioni dagli stessi eseguite nei seguenti casi: a) quando il subappaltatore o il cottimista è una microimpresa o piccola impresa; b) in caso inadempimento da parte dell’appaltatore; c) su richiesta del subappaltatore e se la natura del contratto lo consente.

Anticipazione del 20% del prezzo (art.35 comma 18) 

Sul valore stimato dell’appalto viene calcolato l’importo dell’anticipazione del prezzo pari al 20 per cento da corrispondere all’appaltatore entro quindici giorni dall’effettivo inizio dei lavori. L’erogazione dell’anticipazione ê subordinata alla costituzione di garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa di importo pari all'anticipazione maggiorato del tasso di interesse legale applicato al periodo necessario al recupero dell'anticipazione stessa secondo il cronoprogramma dei lavori. 

Procedura negoziata fino a 1 milione di euro (art.36, comma 2) 

Le stazioni appaltanti procedono all'affidamento di lavori, servizi e forniture secondo le seguenti modalità: a) per affidamenti di importo inferiore a 40.000 euro, mediante affidamento diretto, adeguatamente motivato; b) per affidamenti di importo pari o superiore a 40.000 euro e inferiore a 150.000 euro per i lavori, mediante procedura negoziata previa consultazione, ove esistenti, di almeno cinque operatori economici, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti; c) per i lavori di importo pari o superiore a 150.000 euro e inferiore a 1.000.000 di euro, mediante la procedura negoziata con consultazione di almeno dieci operatori economici, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti; d) per i lavori di importo pari o superiore a 1.000.000 euro mediante ricorso alle procedure ordinarie. 

Confermato il criterio del massimo ribasso fino a 1 milione di euro (art.95, comma 4) 

Il criterio del minor prezzo può essere utilizzato: a) per i lavori di importo pari o inferiore a 1.000.000 euro, tenuto conto che la rispondenza ai requisiti di qualità ê garantita dall’obbligo che la procedura di gara avvenga sulla base del progetto esecutivo; b) per i servizi e le forniture con caratteristiche standardizzate o le cui condizioni sono definite dal mercato. 

Ripristinato il tetto del 30% del subappalto (art.105, comma 2) 

Durante la scrittura del testo, il legislatore aveva inizialmente ipotizzato la cancellazione del limite al subappalto, con il rischio di alimentare le cosiddette ³scatole vuote´. Nella versione definitiva il tetto è stato fissato al 30%: lo stesso limite del Codice precedente che si riferiva però alla sola categoria prevalente mentre ora il tetto viene esteso ³all’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture´. 

Rilascio dei CEL agli esecutori effettivi dei lavori (art.105, comma 22) 

Le stazioni appaltanti rilasciano i certificati necessari per la partecipazione e la qualificazione all’appaltatore, scomputando dall’intero valore dell’appalto il valore e la categoria di quanto eseguito attraverso il subappalto. I subappaltatori possono richiedere alle stazioni appaltanti i certificati relativi alle prestazioni oggetto di appalto realmente eseguite. 

Rating di impresa (art.83 comma 10) 

È istituito presso l'ANAC, il sistema del rating di impresa e delle relative penalità e premialità ai fini della qualificazione delle imprese. Tale sistema è connesso a requisiti reputazionali valutati sulla base di indici qualitativi e quantitativi, oggettivi e misurabili, nonché sulla base di accertamenti definitivi che esprimono la capacità strutturale e di affidabilità dell’impresa. L’ANAC definisce i requisiti reputazionali e i criteri di valutazione mediante linee guida adottate entro tre mesi. I requisiti reputazionali tengono conto del rating di legalità rilevato dall’ANAC, nonché dei precedenti comportamentali dell’impresa, con riferimento al rispetto dei tempi e dei costi nell’esecuzione dei contratti, all’incidenza del contenzioso sia in sede di partecipazione alle gare che in fase di esecuzione del contratto. Tengono conto altresì della regolarità contributiva. 

Soccorso istruttorio (art.83, comma 9) 

Le carenze di qualsiasi elemento formale della domanda possono essere sanate attraverso la procedura di soccorso istruttorio. La mancanza, l'incompletezza e ogni altra irregolarità degli elementi e del documento di gara unico europeo obbliga il concorrente al pagamento, in favore della stazione appaltante, della sanzione pecuniaria stabilita dal bando di gara, in misura non inferiore all'uno per mille e non superiore all'uno per cento del valore della gara e comunque non superiore a 5.000 euro. La stazione appaltante assegna un termine, non oltre i dieci giorni, perché siano regolarizzate le dichiarazioni necessarie da presentare con il documento comprovante il pagamento della sanzione, a pena di esclusione. La sanzione è dovuta solo in caso di regolarizzazione. Decorso del termine di regolarizzazione, il concorrente è escluso dalla gara. 

Verifica della congruità (art.105, comma 16) 

Viene riproposta la medesima formulazione contenuta all’art.118 comma 6 bis del vecchio Codice: ³il documento unico di regolarità contributiva è comprensivo della verifica della congruità della incidenza della mano d'opera relativa allo specifico contratto affidato. Tale congruità, per i lavori edili è verificata dalla Cassa edile´. Come rappresentato in sede di audizione, tale riproposizione appare incoerente con la nuova regolamentazione del DURC online messa a punto dal Ministero del Lavoro mediante il sistema interoperativo INPS-INAIL-CNCE e pertanto inapplicabile. Come è noto, il legislatore ha stabilito di non emanare un Regolamento di attuazione al nuovo Codice dei contratti, passando da un regime di norme rigide a un sistema di ‘soft law´, affidando all’Autorità anticorruzione (ANAC) il compito di predisporre apposite linee guida di carattere generale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del Codice. Le linee guida sono adottate con Decreto del Ministero delle Infrastrutture, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. 

 

L'Arcivescovo di Taranto Mons. Santoro ha incontrato gli artigiani

Mons. Filippo Santoro è con noi, con la gente, con gli Artigiani di Taranto. Siamo fieri ed orgogliosi di lui, per i segnali di concretezza e speranza che grazie alla Sua azione si stanno diffondendo e che bisogna sostenere, accrescere e non disperdere nella dura lotta quotidiana per la sopravvivenza.
E' quanto abbiamo chiaramente percepito ieri durante l'incontro tenutosi in Confartigianato, dove l'Arcivescovo Filippo Santoro ha incontrato gli artigiani ed i piccoli imprenditori della provincia di Taranto. La sala convegni è andata man mano riempiendosi ma alla fine siamo rimasti tutti affascinati dalla tenacia dell'Arcivescovo che diversi mesi abbiamo il piacere e la sempre crescente sorpresa di seguire ed apprezzare per ciò che sta facendo per il bene della popolazione dell'intera comunità provinciale tarantina.

Siamo sorpresi non per remore sulle sue capacità (ci mancherebbe!), ma perché, non intenzionalmente, riesce a supplire all'atavica carenza, tutta tarantina, della mancanza di spinta propulsiva della nostra società, spinta che, soprattutto in questo periodo, sicuramente sarebbe stata dovere della politica e delle istituzioni locali.

Il Presidente provinciale di Confartigianato Domenico D'Amico, insieme ai Vice Presidenti Gennaro Mordenti e Giovanni Carriero, insieme ad altri dirigenti di categoria e molti intervenuti, hanno rappresentato, molto umilmente, le istanze delle attività artigiane e della piccola impresa in generale del nostro territorio.
Siamo compiaciuti del cammino intrapreso da Papa Bergoglio volto non solo a radicali cambiamenti della Chiesa ma a riaccendere nelle coscienze degli uomini il bisogno di cambiamento. Siamo altrettanto compiaciuti della forza e dell'impegno che Mons. Santoro sta profondendo per il nostro territorio, attraverso la sua parola che viene giornalmente spesa per la crescita delle nostra gente e per trovare anche nuovi spunti e riflessioni per supportare le nostre aziende in questo particolare momento di crisi.
Il periodo è notoriamente molto cupo, c'è molta sfiducia, demoralizzazione e soprattutto povertà. Confartigianato lavora alla ricerca di soluzioni e al risveglio delle coscienze a qualsiasi livello per far rinascere Taranto.
Mons. Santoro ha tenuto ad evidenziare la Sua vicinanza ed apprezzamento per il mondo artigiano perché la sua famiglia era composta da artigiani e quindi ne conosce lo spirito, il coraggio, la voglia di fare e di resistere, nella legalità e nella collaborazione.
Nel coso dell'incontro l'Arcivescovo ha anche raccontato nel dettaglio il Suo impegno e la sua opera svolta finora e si è condiviso insieme che si può fare di più per solidarizzare, ritrovarsi su progetti comuni, esprimere una comunità economica coesa, invitando spesso alla riflessione sui valori della fraternità, gratuità e speranza, perché, se gli imprenditori riusciranno a basarvi la propria esperienza, in questo sgangherato territorio non tutto sarà perduto.
Siamo convinti, da artigiani, che si vince la crisi economica se si scopre di «essere insieme», ritrovando lo stimolo giusto e riportando l'uomo al centro, restituendogli la dignità di imprenditore e di cittadino.

Vogliamo e dobbiamo essere "Artigiani del nostro futuro" e, quindi, protagonisti delle decisioni che riguardano il nostro territorio.
Sappiamo che Monsignore è particolarmente attento verso il ruolo che possono avere le associazioni di rappresentanza, sia a sostegno e supporto degli imprenditori che degli stessi dipendenti. La dimensione dell'impresa familiare costituisce in effetti, nel nostro territorio, un vero e proprio fondamentale ammortizzatore sociale in questi casi.
E' importante porre sempre più l'attenzione agli aspetti sociali ed umani del fare impresa, sulle azioni di crescita culturale che si devono intraprendere fra la gente, fra gli imprenditori, mirate a legare la ricca tradizione dell'artigianalità locale alle spinte più innovative e al confronto con nuovi mondi.
Nel corso dell'incontro Mons. Santoro ha ricevuto, esprimento grande soddisfazione, una targa riconoscimento dello "Orgoglio Artigiano" di Confartigianato per "il tenace e caparbio impegno profuso in campo sociale, economico ed ambientale per l'intera comunità provinciale tarantina"

 
 
 
 

Scade il 30 aprile 2016 l’obbligo di presentare la denuncia dei rifiuti (MUD) alle Camere di Commercio mediante invio telematico

La mancata presentazione del MUD prevede pesanti sanzioni

Entro il 30 aprile 2016 le imprese obbligate dovranno presentare alla Camera di Commercio la dichiarazione ambientale annuale (MUD), utilizzando la modulistica e le modalità già in un uso per il 2015.

La decisione di non modificare le procedure e la modulistica già in uso dal 2015 e fino alla piena operatività del Sistri (Sistema di tracciabilità dei rifiuti), è stata deliberata  con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21/12/2015 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 28/12/2015).

I soggetti tenuti alla presentazione del MUD, sono:

  • Chiunque effettua a titolo professionale attività di raccolta e trasporto di rifiuti
  • Commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione
  • Imprese ed enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti
  • Imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi
  • Imprese agricole che producono rifiuti pericolosi con un volume di affari superiore a euro 8.000,00
  • Imprese ed enti produttori che hanno più di dieci dipendenti e sono produttori iniziali di rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, da lavorazioni artigianali e da attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento dei fumi (così come previsto dall’articolo 184, comma 3 lettere c), d) e g)).

Le comunicazioni da presentare entro il 30/04/2016, riferite ai dati dell’anno 2015, sono:

  1. Comunicazione rifiuti
  2. Comunicazione veicoli fuori uso
  3. Comunicazioni imballaggi, composta dalla Sezione Consorzi e dalla Sezione Gestori rifiuti di imballaggio
  4. Comunicazione rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche
  5. Comunicazione rifiuti urbani, assimilati e raccolti in convenzione
  6. Comunicazione produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche

Le sanzioni

I soggetti che non effettuano la comunicazione ovvero la effettuino in modo incompleto o inesatto sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.600 euro a 15.500 euro. Se la comunicazione è effettuata entro il sessantesimo giorno dalla scadenza del termine stabilito (30 aprile), si applica la sanzione amministrativa pecuniari da 26 euro a 160 euro.

Assemblea generale Imprenditori Coraggiosi a Crispiano - 20.3.2014

Giovedì 20 marzo 2014, alle ore 18.30, presso la sala convegni dell'Hotel Villa Maria in Via per Martina Franca 181 a Crispiano, ci sarà un'assemblea generale degli Imprenditori Coraggiosi.
Sarà l'occasione per tutti gli imprenditori partecipanti per fare il punto della situazione economica e sociale del territorio ed individuare le soluzioni ed il percorso da intraprendere.
La partecipazione è libera, gratuita e rivolta agli imprenditori di tutti i settori economici. Uniti ce la faremo! Non mancare

I ‘falsi’ distruggono 88.000 occupati: su ‘Il Fatto Quotidiano’ allarme di Confartigianato

L’Italia continua ad essere invasa da prodotti contraffatti. L’allarme arriva da Confartigianato e oggi è stato rilanciato da ‘Il Fatto Quotidiano‘. Gli effetti peggiori si scaricano sugli imprenditori del settore moda che, a causa dei ‘falsi’ perdono 9,9 miliardi di minori vendite e 88.000 posti di lavoro. 1 impresa artigiana manifatturiera su 5 è minacciata dalla concorrenza sleale dei prodotti taroccati.

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti sollecita “tolleranza zero contro il mercato del falso che danneggia gravemente le imprese e i consumatori” e chiede che “la battaglia in difesa del made in Italy diventi la priorità dell’agenda del Governo. Serve una regolamentazione europea, come quella sul ‘made in’, che obblighi a indicare l’origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità”.

Da oggi è possibile pagare i debiti secondo le proprie capacità finanziarie

E' finalmente operativa la legge n. 3 del 2012 che consente a tutti i cittadini ed alle piccole imprese di ridurre e pagare i propri debiti (anche con Equitalia) secondo le proprie capacità finanziarie.
Questa nuova legge é rivoluzionaria perché permette abbastanza facilmente di gestire situazioni debitorie prima impossibili da governare arrivando alla fine alla cancellazione dei debiti.
Per approfondire l'argomento, Confartigianato ha organizzato un SEMINARIO INFORMATIVO,
che si terrà Lunedì 9 febbraio 2015 alle ore 18.00 presso la Sala Convegni dell'Associazione in Via Cesare Battisti n. 135 a Taranto.
La partecipazione è libera e gratuita.

Leggere attentamente il programma invito allegato

Mobilitazione generale delle Imprese a Roma del 18.2.2014 - Pullman gratuito da Taranto

La protesta nazionale di 60.000 artigiani e commercianti
«Matteo stai preoccupato. Non ci faremo più portare via il nostro futuro».
Sono arrivati in 60 mila a Roma il 18 febbraio per la manifestazione nazionale organizzata da Rete Imprese Italia (la sigla che raggruppa le associazioni Confartigianato, Casartigiani, CNA, Confcommercio e Confesercenti) per chiedere allo Stato «meno tasse e meno burocrazia». Migliaia di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori di tutta Italia hanno riempito piazza del Popolo a Roma con un messaggio diretto al nuovo presidente del consiglio, lanciato dal presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti (nella foto in basso): «Matteo stai preoccupato. Non ci faremo più portare via il nostro futuro». Migliaia di bandiere con i colori delle varie associazioni, fischietti e tamburi hanno animato la protesta di artigiani e commercianti arrivati da tutta Italia con 400 pullman, 7.000 posti in treno e 2.000 in aereo per «chiedere con forza una svolta concreta nella politica economica del Paese». Da Taranto una delegazione di artigiani, guidata dal Presidente provinciale di Confartigianato Domenico D'Amico e dal Segretario Fabio Paolillo, che hanno creduto con forza nell'impegno di esserci e portare la voce degli imprenditori ionici.
"Siamo partiti quando ancora era buio, erano le ore una della notte, per riempire piazza del Popolo. Sono stati più di 100 gli artigiani, gli esercenti e i commercianti della nostra provincia che hanno voluto protestare. Il cuore della piccola impresa, un nucleo forte della nostra società che fino a una manciata di anni fa stava bene, ha detto un no chiaro e tondo alla politica economica del Governo. E poco importa che non ci sia più Letta e ci sia Renzi: slogan e invettive sono stati distribuiti a piene mani ai protagonisti della politica del Belpaese. Il popolo delle partite Iva ce l'ha con il peso delle tasse considerato eccessivo, ma soprattutto vede come fumo negli occhi i vincoli della burocrazia".
E in piazza del Popolo i manifestanti si sono fatti sentire: slogan, invettive, striscioni, volantini. I tarantini hanno manifestato la rabbia che cova sotto le giacche ed i pullover (nella capitale ieri c'erano già più di 20
gradi, alla faccia dell'inverno). La rabbia c'è tutta e si sente, come la preoccupazione per come vanno le cose e per un futuro che nessuno, al momento, vede roseo.
Gli artigiani c'erano, abbacchiati, certamente, ma decisi a tenere duro.
"Rappresentiamo gran parte del tessuto produttivo ma spesso non ci ascoltano. Non vogliamo polemiche, puntiamo a proposte e soluzioni. Confidiamo nel nuovo presidente del Consiglio, noi la buona volontà ce l'abbiamo ma il tempo è scaduto: vogliamo fatti in pochi giorni.
Se non si muovono in fretta ci muoveremo noi.
Speriamo che questa protesta sia valida, ne valeva la pena essere a Roma. Qualcosa di positivo dovrà pur venire fuori, chi ci governa deve prendere in mano la situazione. Siamo tanto preoccupati per il domani dell'Italia. I politici sono i primi responsabili della crisi, tocca a loro rimediare."
Il ritorno: Il tempo di un panino e una birra poi è già tempo del rompete le righe, la folla scivola via in fretta, qualcuno urla e impreca, ma è tutto tranquillo davanti al cordone delle forze di sicurezza.
I tarantini devono tornare a casa in fretta, senza concedersi il minimo sindacale di turismo tra chiese, fontane e palazzi. Le aziende non aspettano. E non stanno neanche tanto bene.
I NUMERI DELLA CRISI: negli ultimi 5 anni hanno chiuso circa 1.000 aziende ogni giorno, la ricchezza prodotta è diminuita del 9%, la disoccupazione è raddoppiata, passando dal 6,4% al 12,7% per un totale di 1,2 milioni di disoccupati in più. Nel frattempo la pressione fiscale ha raggiunto il 44,3% del Pil (e resterà sopra il 44% per molto tempo) mentre quella «legale» (su ogni euro di Pil dichiarato) si aggira intorno al 54%. Inoltre la burocrazia costa alle Pmi 30 miliardi di euro l'anno e il credito è in calo dal 2011.