Convegno: Gli Antichi Mestieri verso il Futuro - Taranto 26 luglio 2013
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- Pubblicato: Mercoledì, 24 Luglio 2013 13:14
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Il nuovo Consiglio Direttivo della Confartigianato Imprese Taranto, nella giornata di ieri, ha rieletto Domenico D'Amico come Presidente dell'Associazione, riconoscendogli autorevolezza ed impegno. Riconfermato anche il Vice Presidente vicario Gennaro Mordenti mentre l'altro Vice Presidente eletto è Giovanni Carriero. Entrano in Giunta, quali consiglieri, Giovanni Palmisano e John Traetta insieme ai confermati Raffaelina Semeraro e Vincenzo Pernisco.
Domenico D'Amico, attuale Vice Presidente della Camera di Commercio di Taranto e Presidente regionale di Confartigianato Trasporti, è artigiano del settore dei trasporti da più di quaranta anni ed ha una lunga consolidata storia imprenditoriale ed associativa alle spalle, ai vertici di Confartigianato da oltre quindici anni.
seconda assemblea provinciale
Diciamo alla politica, con compostezza e realismo, che "così non si può andare avanti".
Dobbiamo avere la forza ed il coraggio di affrontare con determinazione i tanti problemi ai quali il Governo che verrà dovrà porre rimedio: da subito e senza esitazioni.
Partendo dal credito. Perché dall'inizio della crisi economica nel 2012 si è registrato per la prima volta un irrigidimento delle condizioni di credito anche sul lato della quantità. Il Rapporto 2012 sull'accesso al credito delle piccole e medie imprese dell'Istat, inoltre, fa sapere che tra il 2012 e il 2014, il 53,3% delle imprese prevede di reperire risorse finanziarie attraverso canali differenti dalle banche, il 47,8% dichiara che lo reperirà in generale mediante il credito, l'1,7% riferisce che utilizzerà capitale di rischio, mentre il 7,9% si avvarrà di altre modalità. La maggior parte delle piccole e medie imprese ritiene che la propria capacità di crescita sarà minacciata dalla prospettiva economica generale (77,4%), mentre rimangono punti delicati il costo del lavoro (55%) e la presenza di margini esigui (51%). Ma il credito si sposa alla Riforma del lavoro che deve essere riformata. Si deve rilanciare l'occupazione, rivedere la flessibilità in entrata, focalizzarsi sull'apprendistato e - impossibile dimenticarlo - intervenire sul cuneo fiscale.
Sotto i riflettori il futuro dei giovani, il mercato del lavoro, la tassazione locale: Irap e Imu, soprattutto, ma anche Iva e Tares. Cerchiamo di congelare l'aliquota al 21%. In caso contrario, dove vogliamo andare? L'Irap è anticostituzionale e incide per il 4,2% sull'impresa - eliminiamola dal costo della manodopera - e l'Imu è una patrimoniale mascherata. Per quanto riguarda la Tares, proponiamo di pagare una tassa commisurata a ciò che smaltiamo effettivamente.
Certo, la burocrazia non è da meno. I 120 adempimenti all'anno ai quali devono far fronte le imprese: uno ogni tre giorni. Si spendono 11 miliardi all'anno per la burocrazia, le banche dati di ministeri, enti, istituzioni non dialogo fra loro, i bandi sono complicatissimi e sottoposti a libera interpretazione: così non va!
Il lavoro. Insieme ai giovani, noi piccoli imprenditori siamo la vera ricchezza del Paese.
Infine, un invito alla politica: Apriamo le nostre associazioni e le nostre imprese ai politici: vedere come lavorano i piccoli imprenditori e rendersi conto di ciò che fanno per questo Paese potrebbe aiutarli a capire costa sta accadendo.