Lavorare oggi. Riscuotere? Boh. Questa la situazione delle imprese del settore edile che operano con gli enti pubblici. Siamo inchiodati dagli effetti devastanti dei paletti imposti dal cosiddetto “patto di stabilità”. Una norma di origine comunitaria che il Governo nazionale non ha inteso modificare e che oggi costringe all’angolo le imprese in genere e quelle artigiane e PMI in particolare. Queste basano la loro attività anche nella riscossione in tempi ragionevoli del lavoro svolto. Oggi non è assolutamente possibile parlare di tempi ragionevoli
Confartigianato Edili  auspica che le Istituzioni vadano in aiuto degli enti locali per anticipare i pagamenti alle ditte. 
Inoltre gli enti pubblici che devono approvare i bilanci di previsione 2010 entro il 30 aprile si sono ritrovati a subire ulteriori penalizzazioni per i pagamenti nell’anno corrente. La situazione, quindi,  non solo non migliorerà ma è destinata a peggiorare.
Moltissime aziende  sono in estrema difficoltà. Senza una forte azione degli enti pubblici, sostenuti anche dalle associazioni di categoria,  c’è  il rischio chiusura per molte aziende. Quella dei pagamenti è l’emergenza più grande ma una volta modificati i parametri del patto di stabilità sarebbe possibile mettere in circolo una mole di lavori capace di arginare almeno in parte la crisi.