Lavoro

La riforma del mercato del lavoro

La riforma presentata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità, Prof.ssa Elsa Fornero, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Prof. Mario Monti, al Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2012 e approvata dallo stesso nella medesima seduta.

Testo integrale approvato dal Governo 23 marzo 2012

 

NOVITA' PER LE ATTESTAZIONI DI MALATTIA DEI DIPENDENTI

Dal 14 settembre i certificati di malattia relativi ai lavoratori saranno inviati esclusivamente con modalità telematica all’INPS da parte dei medici di base e il lavoratore non sarà più tenuto ad inviare al datore di lavoro la copia cartacea del certificato ma unicamente a comunicare il numero di protocollo del certificato di malattia che il proprio medico ha inoltrato all’INPS.
Le comunicazioni avverranno nei tempi previsti dal contratto di lavoro applicato, anche utilizzando e-mail o sms.

In caso di problemi informatici che impediscano al medico di inviare il certificato all’inps, il lavoratore dovrà fornirne una copia cartacea al proprio datore di lavoro nei tempi previsti dalla contrattazione collettiva.

Il datore di lavoro può reperire copia del certificato medico con le seguenti modalità:

  1. Accesso al portale INPS (www.inps.it) selezionando nella sezione servizi on line “elenco di tutti i servizi” e di seguito “consultazione attestati di malattia” disponendo del codice fiscale del lavoratore e del numero del certificato.
  2. Richiedendo l’invio del certificato tramite posta elettronica certificata (PEC), inviando una mail all’indirizzo di una sede inps, specificando il numero di matricola inps ed il formato nel quale si vuole ricevere il certificato.

ESTETISTA: cosa fa... come si diventa

Descrizione sintetica

L’attività di estetica comprende tutte le prestazioni ed i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano il cui scopo esclusivo o prevalente sia quello di mantenerlo in perfette condizioni, di migliorare e proteggerne l’aspetto estetico, modificandolo attraverso l’eliminazione o l’attenuazione degli inestetismi presenti.

Profilo professionale

• Attività di ginnastica estetica

• Attività di massaggio

• Disegno epidermico o trucco semipermanente

• Utilizzo lampade abbronzanti

• Trattamenti viso e corpo

Formazione

  • Corsi di qualificazione regionale (2 anni e minimo 1800 ore) seguiti da un corso di specializzazione o da un anno di inserimento in un’impresa di estetista, con lo svolgimento di un esame teorico pratico finale.
  • Un anno di attività lavorativa qualificata in qualità di dipendente, a tempo pieno una impresa di estetista, successiva allo svolgimento di un rapporto di apprendistato presso una impresa di estetista della durata prevista dalla contrattazione collettiva di categoria e seguita da appositi corsi regionali di almeno 300 ore.
  • Svolgimento di un periodo, non inferiore a tre anni, di attività lavorativa qualificata, a tempo pieno, in qualità di dipendente o collaboratore familiare presso una impresa di estetista, accertata attraverso l’esibizione del libretto di lavoro, o di documentazione equipollente, seguita dai corsi regionali di formazione teorica.  

Accesso alla professione

Riconoscimento della qualificazione professionale all'esercizio delle attività di Acconciatore ed Estetista

Domanda da inviare alla Commissione Provinciale per l'Artigianato per il riconoscimento della qualificazione professionale all'esercizio delle attività di Acconciatore ed Estetista 

Adempimenti fiscali

Comunicazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate per il rilascio della partita iva (modello AA7 per le società) e (modello AA9 per le ditte individuali)

Iscrizione

• Iscrizione presso il registro Imprese della CCIAA competente se esercitata non in forma artigiana

• Comunicazione per l'iscrizione all'albo delle imprese artigiane ai sensi della Legge Regionale n. 1/08 art. 28. modificato da Determinazione del Dirigente Servizio Artigianato PMI e Internazionalizzazione n. 16 del 23 gennaio 2009, con la conseguente copertura mutualistica (assistenza sanitaria) e previdenziale (pensione)

Adempimenti previdenziali

• Richiesta di copertura assicurativa INAIL

• Comunicazione all’INAIL del nominativo dei dipendenti

• Iscrizione presso l’INPS entro trenta giorni dall’inizio dell’attività lavorativa (per le ditte con dipendenti).

Adempimenti per gli estetisti

Dichiarazione di inizio attività al Comune territorialmente competente, previo accertamento del possesso dell’abilitazione professionale nonché della conformità dei locali secondo i requisiti urbanistici e sanitari. L’attività di estetista può essere avviata solo dopo che sono trascorsi 30 giorni dalla dichiarazione di inizio attività.

Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)

Normativa

Imprenditore artigiano

Legge quadro sull’artigianato n. 443/1985

D.Lgs. 81/2008 (valutazione rischi)

Estetista

Legge n.1/1990 (requisiti tecnico-professionali)

Legge n.40/2007 (dichiarazione inizio attività al Comune)

Legge n.241/1990 (avvio attività)

CHI HA RAGIONE SULLE CIFRE DEL FEDERALISMO MUNICIPALE?

Sinceramente rimaniamo sconcertati quando, su quelli che saranno gli effetti del federalismo municipale, leggiamo calcoli diametralmente opposti, a seconda che provengano da questa o da quella parte politica. Se la traduzione in cifre del decreto si presta a deduzioni così discordanti, ci chiediamo quanto possa essere confuso il testo che sta a monte. Così la dirigenza di Confartigianato Taranto esprime tutta la perplessità dell’Associazione tarantina per come si sta materializzando un passaggio di assetto istituzionale nel quale le piccole imprese ripongono non poche aspettative.
Per i nostri artigiani  il senso del federalismo sta nel garantire maggiore responsabilità delle nostre amministrazioni pubbliche, migliori servizi, meno sprechi, eliminazione delle sovrapposizioni tra livelli di governo e dell'oppressione burocratica, recuperi in efficienza e conseguenti risparmi destinati a ridurre la pressione fiscale. Ma non ci siamo se per esempio l'Imu, la preannunciata imposta municipale che sostituirà l'Ici, dovesse aumentare per le imprese.
Secondo gli artigiani, perciò, il rischio di un innalzamento della pressione fiscale sulle aziende - attraverso la tassazione degli immobili produttivi - esiste, in contraddizione con le promesse di un federalismo che divenga occasione per ridurre il carico tributario sulle attività economiche.
Noi siamo per la responsabilità e la chiarezza, non vogliamo assolutamente continuare a brancolare nel dubbio sulla possibilità che, in soldoni, si limiti soltanto a decentrare  i costi e spingere i Comuni ad aumentare le imposte per compensare le minori entrate.
Secondo i calcoli di Confartigianato nazionale, il passaggio dall'attuale aliquota ICI, pari in media al 6,49 per mille, alla nuova IMU con aliquota base del 7,6 per mille (che, però, grazie all'autonomia concessa ai Comuni, potrebbe essere incrementata sino al 10,6 per mille) comporterebbe, in tal caso, un aggravio fiscale sugli immobili strumentali posseduti dalle imprese pari a circa 3 miliardi di euro.
Qualora fosse confermato questo meccanismo, sarebbe un pesante aumento per il sistema delle imprese, già gravato da una pressione fiscale più elevata rispetto alla media europea.

Dalle stime emerge che, considerando tutti gli immobili adibiti ad attività produttiva (uffici, negozi e botteghe, magazzini, laboratori per arti e mestieri, opifici, alberghi e pensioni, teatri, fabbricati industriali e commerciali), l'incremento dell'imposizione ad aliquota del 7,6 per mille sarebbe pari a 812 milioni di euro. A livello di singola impresa, inoltre, l'aggravio di imposizione rischierebbe di superare alcune migliaia di euro annue in base al Comune nel quale è collocata l'impresa stessa.
Il federalismo fiscale che vogliamo è invece quello che favorisce la progressiva riduzione della spesa pubblica locale improduttiva e che determina un meccanismo virtuoso in grado di abbassare la pressione fiscale sulle aziende. E' quello in cui i Comuni, nell'ambito della propria autonomia tributaria, riducano - come permette la norma - l'aliquota base dello 0,3%. In tal modo le imprese godrebbero di un risparmio d'imposta pari a 1,4 miliardi di euro. Per evitare che questo rimanga nel libro dei sogni invitiamo con fiducia i nostri politici e parlamentari a spiegarci meglio non solo gli obiettivi ma anche gli effetti reali di questo Federalismo municipale sul nostro territorio così disastrato in termini di risorse pubbliche ed efficienza della macchina amministratriva nel complesso.

Lavoro

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