“Nuova legge dell’artigianato, con le radici nel futuro” è stato il titolo del convegno organizzato da Confartigianato Imprese Taranto, tenutosi ieri presso la Cittadella delle Imprese.
Autorevoli rappresentanti delle istituzioni regionali e locali si sono confrontati davanti ad una folta platea di artigiani presenti all’incontro. Per la Regione Puglia è intervenuto l’Assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci; in sostituzione del Presidente della Provincia nonché Sindaco di Taranto contemporaneamente impegnato a Bruxelles, sono intervenuti il Vice Sindaco di Taranto Fabrizio Manzulli ed il Sindaco di Statte nonché consigliere provinciale Francesco Andrioli, per la Camera di Commercio ionica la Segretaria Generale Claudia Sanesi e per Confartigianato il Segretario Regionale Ninni Castellano ed il Segretario provinciale Fabio Paolillo.
Oggetto del confronto è stato il restyling della Legge per lo sviluppo, la valorizzazione e la tutela dell’artigianato pugliese, approvato dal Consiglio regionale lo scorso 28 marzo, che contiene diverse novità. Con questa norma, fortemente voluta da Confartigianato, come riconosciuto dallo stesso Assessore regionale, la Puglia viaggia spedita riuscendo a conciliare tradizione ed innovazione. La nuova normativa, infatti, permette al settore artigiano, che si è inevitabilmente trasformato in questi ultimi anni sviluppando nuovi bisogni, di sfruttare al meglio le numerose opportunità, crescendo e creando nuova occupazione e nuove opportunità lavorative. La precedente legge era del 2013 e c’era l’esigenza di aggiornare il quadro regionale in risposta alle mutate esigenze del settore. Tra le novità più importanti vi è l’istituzione delle Zone Franche dell’Artigianato e la programmazione, di concerto con i comuni, camere di commercio e associazioni di categoria, di interventi per l’artigianato sia attraverso l’elaborazione di piani organici e pluriennali di sostegno alla crescita delle imprese artigiane in un’ottica di semplificazione e digitalizzazione delle procedure e degli adempimenti, sia attraverso l’adozione di un piano triennale per lo sviluppo dell’artigianato. Nella legge ci sono poi interventi a supporto dell’artigianato artistico e tradizionale pugliese, per il quale la Regione promuove l’adozione di strategie per: il sostegno di iniziative culturali e percorsi esperienziali e turistici; la riduzione degli oneri delle imprese; il ripopolamento aziendale degli insediamenti storici; la realizzazione di rassegne ed esposizioni tematiche dedicate alla promozione e a preservare la memoria delle produzioni storiche; la partecipazione delle imprese a rassegne e manifestazioni italiane ed estere, e la relativa realizzazione di pubblicazioni, cataloghi, supporti audiovisivi con particolare attenzione ai canali digitali.
L’incontro di ieri è stata anche occasione di parlare dell’impresa artigiana che non solo verrà ma che già c’è, presente nel tessuto delle nostre comunità, forte della sua tradizione ma anche corroborata da ricerca, applicazione, nuove tecnologie e professionalità. Il convegno ha offerto uno spaccato del nostro artigianato, della ricchezza del mondo delle piccole imprese, parlando dei modi di fare impresa, fra tradizione e innovazione che hanno offerto una immagine vera e attuale.
Si è evidenziato come l’artigianato è iscritto nel DNA di Taranto e della sua provincia, e di come il legame artigianato – bottega sia ben presente nell’immaginario collettivo delle nostre comunità. L’economia tarantina è composta anche da tante imprese artigiane, imprese che fanno innovazione tecnologica, praticano i virtuosismi dell’economia circolare e dell’attenzione all’ambiente e che, al di là del loro valore economico, generano ricchezza e tanta occupazione, che è valore per le comunità. Quattro le qualità riconosciute all’artigianato: talento, tradizione, qualità, creatività.
Taranto prova a vivere un periodo segnato da una forte discontinuità con il passato, data dalla pandemia, dalla guerra, dalla crisi economica ed energetica e soprattutto dalla grande pressione della crisi del siderurgico, che sembra non avere mai fine. Dobbiamo ripensare e realizzare il modello di produzione e di futuro, e per questo Confartigianato vuole essere al fianco dei Comuni e delle Istituzioni locali, favorendo il rimpatrio ed il rilancio delle produzioni, il venire meno del modello della globalizzazione in favore di una strategia che riporta al centro i territori, quei territori che prima ci eravamo persi, guardando ad altri indicatori, quali l’export. Allo stesso tempo Confartigianato continua a chiedere una maggiore attenzione da porre per le piccole imprese e per il territorio, problemi che coinvolgono lo sviluppo dell’economia come ad esempio il costante massiccio calo demografico, la mobilità e la vivibilità dei centri cittadini, l’esosità delle tariffe dei tributi locali, l’incentivazione economica alla apertura di nuove imprese, la concorrenza sleale praticamente senza freni procurata dal lavoro nero.