Edilizia

RINNOVATO IL DIRETTIVO DI “ANAEPA” LA SEZIONE EDILE DI CONFARTIGIANATO TARANTO

Il nuovo Presidente di ANAEPA - CONFARTIGIANATO Taranto è Stefano ARGENTO, eletto il 28 Febbraio u.s. all'unanimità nel corso dell'Assemblea convocata per procedere al rinnovo del Consiglio direttivo della Sezione Edile di Confartigianato della provincia di Taranto.
Stefano Argento, giovane imprenditore tarantino, e gli associati di ANAEPA hanno sentito la necessità di rinnovare la dirigenza della sezione.

Il nuovo consiglio direttivo risulta così composto: Egitto Felice, Ettorre Antonio, Forleo Enrico, Bizzarro Giuseppe, Lucchese Raffaele, Milano Pierpaolo, Massaro Saverio, Basile Giovanni, Fumarola Cosimo, Bardia Valerio.

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Approvata alla Camera la proposta di legge sull'accesso alla professione di costruttore edile

L'ASSEMBEA DELLA CAMERA il 29 marzo ha approvato quasi all'unanimità (437 voti a favore, 15 astenuti ed un solo contrario) la proposta di legge sulla Disciplina dell'attività di costruttore edile e delle attività di completamento e finitura edilizia che la Confartigianato sollecitava da 3 legislature.

Diverse le modifiche apportate al testo licenziato dalla VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici), molte delle quali condivise da tutte le parti politiche.
Il Direttore  di Confartigianato Imprese Taranto Fabio Paolillo, che ha partecipato al gruppo di lavoro nazionale della Confederazione per la proposta di legge, esprime grande soddisfazione:
«La Confartigianato  da anni chiedeva che anche il settore delle costruzioni, così importante economicamente, ma anche così complesso e delicato per i notevoli rischi a cui è sottoposto -sul piano della sicurezza sul lavoro, ma anche dell'aggressione da parte delle organizzazioni criminali, fosse regolamentato, prevedendo meccanismi di qualificazione in grado, da un lato, di scoraggiare iniziative imprenditoriali estemporanee, ma, soprattutto, di garantire meccanismi di qualificazione dei soggetti chiamati a dirigere le imprese, che sono stati molto utili per il consolidamento di altri settori anche a noi vicini (vedi l'installazione d'impianti).
Il testo approvato riteniamo sia più che soddisfacente,peccato solo che si sia voluto inserire anche per attività le affini, un obbligo di documentazione di investimenti minimi che riteniamo abbia poco senso per molte della attività, e che rischia di trasformarsi in diversi casi in un onere inutile.
Ci pare che sia le Commissioni -innanzitutto l'VIII e la X-, ma anche l'Aula, abbiano svolto un lavoro egregio, che dovrebbe consentire al Senato un esame rapido ed efficace, per arrivare ad un testo di legge importante per una categoria colpita da una crisi pesante che, almeno nel nostro settore, non presenta ancora grandi spiragli di luce.
Sarebbe bene concentrare l'attenzione ora anche su altri interventi, di sostegno e di semplificazione, più volte annunciati, ma sin qui scarsamente percepiti dalle imprese, soprattutto quelle piccole e piccolissime, senza i quali un settore che rappresenta una parte importante del PIL rischia di uscire dalla crisi falcidiato ulteriormente rispetto alla situazione già gravissima che abbiamo portato all'attenzione del Governo e delle forze politiche da ultimo con la manifestazione degli Stati Generali delle Costruzioni dei primi di dicembre

Imprese edili: dopo la Pubblica Amministrazione ora anche i privati non pagano

Se l’esasperazione delle Imprese edili che non riescono ad ottenere i pagamenti dei lavori eseguiti per conto degli Enti pubblici appaltanti sta superando i limiti di guardia ed ora ci troviamo difronte ad un’altra emorragia: da gennaio si è moltiplicato il ricorso ai solleciti e ai decreti ingiuntivi ai privati, anche agli amministratori condominiali. 

Sono sempre più le imprese del settore edile costrette a rivolgersi all’azione legale per ottenere il pagamento delle fatture. E spesso non è detto che ci riescano. Complice una stretta di mano che non sempre porta ad un contratto scritto per definire un accordo; è sempre più dura essere pagati. L’aumento della morosità è dovuta anche all’aumento dei furbi che sfruttano la crisi per non pagare, dilazionarmento è la nuova parola d'ordine  facerndo soffrire le imprese con estenuanti trattative e richieste, imprese che intanto hanno eseguito i lavori e hanno già pagato i materiali. Le nostre imprese hanno grossi problemi ad incassare il dovuto, e  per 2-3 mila euro di lavoro spesso non conviene nemmeno rivolgersi all’avvocato per ottenere quei soldi magari 2-3 anni dopo. Si rischia davvero, se non dovessero cambiare le cose, di mandare a casa tutti, e  chiudere le imprese. La mancanza di lavoro e l’atteggiamento dei furbi tengono in scacco matto l’occupazione e allungano la fase di sofferenza delle imprese. Il privato deve rispettare i patti, non si possono aprire contenziosi per ogni cosa. Purtroppo non possiamo non constatare che, in questo momento, i mancati pagamenti rappresentano il principale ostacolo alla stessa sopravvivenza delle piccole imprese edili tarantine. Il tessuto locale è formato da tantissime piccole imprese, con 2 massimo 5 addetti; si tratta di imprese che camminano sul filo del rasoio. Anche una piccola commessa non pagata, oggi, può significarne la chiusura.

L’altro nostro bersaglio sono nuovamente gli amministratori dei condomini, già “segnalati” negli scorsi mesi ed inseriti tra i cattivi pagatori. Molti di loro  giocano a nascondino con le imprese ed hanno trasformato il contratto in un boomerang per le imprese. Non ci tutela nemmeno più la carta. Trovano scuse su scuse per rimandare pagamenti o per farsi abbassare il prezzo segno che non  è riconosciuta nemmeno la dignità di impresa e, prima di tutto di lavoratori. E’ loro preciso dovere raccogliere i soldi prima di affidare il lavoro, ma non è proprio così. Anche loro stanno sfruttando la crisi ma intanto le imprese affondano lentamente, e con loro, i posti di lavoro.

E’ scandaloso che a fronte di una consolidata abitudine nei ritardi di pamento con la Pubblica Amministrazione e pure coi privati poi  si chiede la regolartità contributiva delle imprese. Ma se le nostre imprese non vengono pagate con puntualità, come pretendono che le stesse paghino sempre  con puntuaslità l’INPS, l’Inail e la Cassa Edile. I contributi si pagano obbligatoriamente ogni 16 del mese, qualsiasi importo essi siano, e se non sei regolare ti sbattono nella banca dati delle irregolarità, cioè non ti danno il DURC. E quindi non avrai nemmeno più i soldi che avanzi perchè sei inadempiente, per causa di chi non ti paga!!!Assurdo!