L'ASSEMBEA DELLA CAMERA il 29 marzo ha approvato quasi all'unanimità (437 voti a favore, 15 astenuti ed un solo contrario) la proposta di legge sulla Disciplina dell'attività di costruttore edile e delle attività di completamento e finitura edilizia che la Confartigianato sollecitava da 3 legislature.

Diverse le modifiche apportate al testo licenziato dalla VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici), molte delle quali condivise da tutte le parti politiche.
Il Direttore  di Confartigianato Imprese Taranto Fabio Paolillo, che ha partecipato al gruppo di lavoro nazionale della Confederazione per la proposta di legge, esprime grande soddisfazione:
«La Confartigianato  da anni chiedeva che anche il settore delle costruzioni, così importante economicamente, ma anche così complesso e delicato per i notevoli rischi a cui è sottoposto -sul piano della sicurezza sul lavoro, ma anche dell'aggressione da parte delle organizzazioni criminali, fosse regolamentato, prevedendo meccanismi di qualificazione in grado, da un lato, di scoraggiare iniziative imprenditoriali estemporanee, ma, soprattutto, di garantire meccanismi di qualificazione dei soggetti chiamati a dirigere le imprese, che sono stati molto utili per il consolidamento di altri settori anche a noi vicini (vedi l'installazione d'impianti).
Il testo approvato riteniamo sia più che soddisfacente,peccato solo che si sia voluto inserire anche per attività le affini, un obbligo di documentazione di investimenti minimi che riteniamo abbia poco senso per molte della attività, e che rischia di trasformarsi in diversi casi in un onere inutile.
Ci pare che sia le Commissioni -innanzitutto l'VIII e la X-, ma anche l'Aula, abbiano svolto un lavoro egregio, che dovrebbe consentire al Senato un esame rapido ed efficace, per arrivare ad un testo di legge importante per una categoria colpita da una crisi pesante che, almeno nel nostro settore, non presenta ancora grandi spiragli di luce.
Sarebbe bene concentrare l'attenzione ora anche su altri interventi, di sostegno e di semplificazione, più volte annunciati, ma sin qui scarsamente percepiti dalle imprese, soprattutto quelle piccole e piccolissime, senza i quali un settore che rappresenta una parte importante del PIL rischia di uscire dalla crisi falcidiato ulteriormente rispetto alla situazione già gravissima che abbiamo portato all'attenzione del Governo e delle forze politiche da ultimo con la manifestazione degli Stati Generali delle Costruzioni dei primi di dicembre